Terrasini, arriva il «no» del Tar all’impianto di compostaggio
Il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Terrasini e dai comitati contro la costruzione dell’impianto di compostaggio e stoccaggio di rifiuti non pericolosi in Contrada Paterna, a Terrasini.
La sentenza del Tar è durissima: la Regione viene definita addirittura «superficiale» nel rilasciare l’autorizzazione alla ditta privata C.F. Edil Ambiente per la realizzazione dell’impianto. Infatti, i due provvedimenti autorizzativi sono stati emanati senza sottoporre il progetto alla valutazione di impatto ambientale che, come si legge nella stessa sentenza «è indispensabile sia per la tipologia di rifiuti che l’impianto avrebbe dovuto trattare, sia per le caratteristiche concrete del territorio comunale a forte vocazione naturalistica e turistica». La Regione, invece, attraverso l’autorizzazione concessa alla ditta dall’assessorato regionale all’Energia e attraverso un decreto dell’assessorato regionale Territorio e ambiente, ha sempre ritenuto sorvolabile l’analisi dell’impatto sull’ambiente sostenendo la non-pericolosità dei materiali che in quella discarica sarebbero stati smaltiti. In realtà, come sottolinea il tribunale amministrativo, sarebbero stati ospitati metalli misti, rifiuti combustibili e rifiuti urbani non differenziati in una zona turistica, di rilevante interesse naturalistico e prossima a colture agricole.
Il ricorso presentato è stato accolto in tutte le sue parti; una delle tesi accolte è quella che riguarda il non rispetto di una norma che impedisce di costruire nella cosiddetta «fascia di rispetto» autostradale: l’area in cui sarebbe dovuto sorgere, non rispetta la distanza minima di 60 metri dall’autostrada e dalla rete ferroviaria. Così finalmente, grazie alle pressioni degli abitanti e dei comitati, arriva lo STOP al progetto: in Contrada Paterna non nascerà nessun centro di compostaggio e stoccaggio di rifiuti.
Tutti i cittadini, i movimenti, le associazioni e i comitati che hanno scelto, fin dalla presentazione del progetto, di schierarsi contro la realizzazione di questa grande opera inquinante e con un forte impatto sull’area naturalistica dello Zucco Paterna e su quella urbana di Terrasini, raccolgono soddisfatti il risultato ottenuto attraverso proteste e iniziative di dissenso fra cui, appunto, il ricorso al Tar.
Opporsi a questo progetto, che è solo uno dei tanti pensati per la Sicilia, vuol dire schierarsi con forza contro l’ente regionale, contro chi dall’alto amministra la cosa pubblica, a difesa del proprio territorio, della propria terra. I siciliani, ancora una volta, hanno affermato chiaramente che non vogliono discariche e simili grandi opere inquinanti e tossiche. La Sicilia rifiuta questo modello di sviluppo che mira a concentrare la ricchezza nelle mani di pochi, delle grandi ditte private come C.F. Edil Ambiente, lasciando per i molti, per i cittadini, solo devastazione, nocività e malattie.
Una nuova battaglia in questa direzione è stata vinta.