Terremoto sanità. Ancora guai per Musumeci.

Terremoto sanità. Ancora guai per Musumeci.
Ancora guai per il Governo siciliano. Questa mattina è stata diffusa la notizia della scoperta di un giro d’affari multimilionario in cui sono coinvolti imprenditori, direttori di ASP siciliane e paladini vari della giustizia.

In ballo ci sarebbe un giro di mazzette per appalti multimilionari su apparecchiature mediche, forniture energetiche, impianti tecnologici e servizi di pulizia. Si parla di gare pubbliche per un valore di oltre 600 milioni di euro.

Nello specifico, le procedure aggiudicate sono: gestione e manutenzione di apparecchiature elettromedicali, bandita dall’ASP, del valore di 17.635.000€; servizi integrati di manutenzione di apparecchiature elettromedicali, bandita dalla Centrale unica di committenza (CUC), del valore di 202.400.000€; fornitura di vettori energetici, conduzione e manutenzione di impianti tecnologici, bandita dall’ASP, del valore di 126.490.000€; servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale, bandita dalla CUC, del valore di 227.686.423€.

 

Accuse e indagati

I reati contestati a vario titolo sono: corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.

Tra i nomi degli indagati e degli arrestati spiccano quello del direttore generale dell’Asp di Trapani, Fabio Damiani, quello dell’attuale coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, ex commissario straordinario e direttore generale dell’Asp di Palermo, Antonino Candela e quello del deputato regionale, componente della Commissione regionale antimafia che si occupa anche di corruzione, Carmelo Pullara.

Antonino Candela, era stato nominato proprio dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, come coordinatore per l’emergenza Coronavirus in Sicilia. Aveva il compito di fare da tramite tra l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e le strutture pubbliche. Nel 2016 aveva ricevuto la medaglia d’argento al merito della sanità pubblica, per premiare il suo impegno sia per il funzionamento della sanità che per la legalità e l’azione anti-corruzione.

Fabio Damiani, direttore generale dell’Asp di Trapani, è stato dirigente avvocato dell’Asp di Palermo dal 2003 e responsabile del settore Economico finanziario e Provveditorato dell’azienda palermitana. Già direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello di Palermo, nel 2013 è stato commissario liquidatore del Ciapi di Palermo. Dal 2016 al 2018 ha diretto la Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana.

Infine, Carmelo Pullara, vice presidente della Commissione Salute e Servizi Sociali e sanitari dell’Ars, è un componente dell’Antimafia regionale.

 

Le responsabilità politica di Musumeci

La scoperta del giro d’affari peggiora le condizioni già precarie della sanità pubblica in Sicilia – che, gestita da questi soggetti, non ha alcuna possibilità di riprendersi. In più, investe direttamente la maggioranza di governo e la figura del Presidente della Regione.

Infatti, è di Nello Musumeci la responsabilità politica di aver nominato gente, oggi indagata con pesanti accuse, a gestire l’emergenza sanitaria in Sicilia. Sarebbe ora che ne prendesse atto e si dimettesse. Unica via per risparmiarsi ulteriori brutte figure.

Il terremoto giudiziario arriva, peraltro, in un momento particolare, in cui gli equilibri dentro l’Ars e fuori, per la nomina di Samonà, sono nettamente a suo sfavore.

Tra gli indagati, inoltre, spicca il nome di un componente dell’Antimafia regionale e di un difensore dell’anti-corruzione. In Sicilia non ci sono mafiosi con la coppola storta e la lupara, come spesso descrivono. Ci sono uomini in giacca e cravatta che gestiscono affari milionari e occupano ruoli di potere. Uomini che si ergono a paladini della giustizia, militarizzando interi interi quartieri popolari delle città, per combattere la criminalità. Persone perbene che ogni anno vanno nelle scuole a parlare di legalità ai giovani.

Gli stessi, si muovono dentro i palazzi dell’Ars, ricevono incarichi fondamentali che utilizzano per gestire sporchi affari sulle spalle di malati e poveri. È un caso che finiscano indagati sempre i soliti che si ergono a difensori del popolo e della legalità?

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