Tra crisi di governo e teatrino della politica, irrompono i Siciliani!
Sono giorni in cui il clima è teso, le dichiarazioni corrono da tutte le parti e nonostante siano tante, non ci consegnano niente di scontato su quello che accadrà nei prossimi giorni. Una crisi di Governo partita per volere di Salvini (almeno ufficialmente) dopo il voto parlamentare per le mozioni sul TAV. Di sicuro questa è stata una buona scusa. Il progetto farlocco e parassitario dell’alta velocità non poteva essere messo in discussione. Un bancomat fondamentale, una fonte di denaro per continuare a parassitare nei prossimi anni. Il partito trasversale del Nord e degli affari non ha perso l’occasione di dimostrare, ancora una volta, che quando si parla di succhiare risorse pubbliche per mantenere privilegi e distribuire appalti agli imprenditori del Nord, si sta tutti dalla stessa parte. Il tentativo di Salvini di chiudere il prima possibile la storia sul regionalismo differenziato non è andata a buon fine. Ed è forse proprio questo il motivo per cui ha staccato la spina a questo governo. Zaia e Fontana continuavano a tirargli le orecchie perché un governo in cui figura la Lega non può permettersi di toppare su questo. Così, il cosiddetto governo del cambiamento ha già smesso di esistere e si è aperta una nuova fase politica istituzionale segnata dalla stagnazione dentro il solito clima di campagna elettorale.
Dunque le pagine dei giornali tornano a riempirsi di retroscena e del solito teatrino della politica: si andrà o non si andrà a votare? Nulla di più distante dagli interessi delle persone comuni, quelle alle prese con una crisi economica che nessuno ha la ricetta per superare. Che la crisi rientri, che si vada subito alle elezioni o che vengano rimandate a primavera per i siciliani e per le siciliane cambia poco. Non saranno i capitani venuti da fuori a migliorare le nostre condizioni di vita e i Siciliani lo hanno dimostrato ieri e oggi con le durissime contestazioni alle passeggiate elettorali balneari di Salvini in Sicilia. Soprattutto non sarà una X disegnata sul simbolo di questa o quell’altra lista sulla scheda elettorale a cambiare le sorti della nostra terra. Bisogna liberare la Sicilia dal ruolo di colonia dello Stato Italiano e per fare ciò ci vorrà molto più di un segno a matita ogni 5 anni