Tradizioni di Sicilia: la Domenica delle Palme
I riti della Settimana Santa – durante la quale si ricordano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo, fino alla Resurrezione della Domenica di Pasqua – presentano in Sicilia una complessità di contenuti e di simbologie dovute ai numerosi influssi culturali che nei secoli hanno attraversato l’isola.
Lo scrittore Gesualdo Bufalino scriveva:
«a Pasqua ogni siciliano si sente non solo spettatore ma attore, prima dolente, poi esultante, d’un mistero che è la sua stessa esistenza».
Nelle celebrazioni popolari dell’isola vi sono infatti riferimenti culturali ampissimi, appartenenti a un sostrato religioso importante e alla memoria dei più antichi riti della tradizione mediterranea. Più antichi di quelli dello stesso cristianesimo.
Le celebrazioni della Settimana Santa iniziano dunque oggi, con la Domenica delle Palme. In questa giornata si celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme , dove la folla festante lo accolse agitando rami di palma.
Come la gran parte delle festività legate al culto cristiano, la celebrazione di questa giornata è particolarmente sentita dalla popolazione siciliana. Le diverse manifestazioni si caratterizzano per la grande varietà che assumono nei vari centri dell’isola, diventando elemento caratterizzante della comunità, nonostante i mutamenti sociali e culturali della modernità.
Per rievocare gli eventi biblici le foglie di palma, artisticamente intrecciate in forme tradizionali, vengono portate in processione, generalmente dai più giovani. Praticamente solo a tale scopo venivano coltivati, in luogo assolato e protetto, alcuni esemplari di palma da dattero o altre varietà che in Sicilia non hanno mai fruttificato. Tali fronde assumono nella credenza popolare un valore magico-religioso, venendo conservate per allontanare da rischi di malattie e disgrazie.
Ci soffermiamo a osservare alcuni particolari rituali che si svolgono in Sicilia quest’oggi.
La Processione di Gangi
Una delle più suggestive tradizioni è sicuramente la processione che si svolge nello splendido borgo madonita di Gangi. Qui, i confratelli delle dodici confraternite locali sfilano per le vie del centro, al suono di lunghi rulli di tamburo, portando grossi fasci di palme.
La preparazione inizia la domenica mattina, quando tutti i confratelli si radunano per eseguire la spartenza da parma: palme e rametti di dattero vengono prima suddivisi in modo da formare dodici fasci – quante sono le confraternite – e poi assegnati per sorteggio ad ognuna di queste. Subito dopo inizia la realizzazione della “grande palma”. Vengono scelte le migliori palme e addobbate con una moltitudine di fiori dai variopinti colori. Poi, ultimati i primi addobbi, i rami di palme vengono raggruppati e incastrati nella cunocchia – un supporto in legno formato da una ruota piena di fori – in modo da dare forma alla “grande palma” da portare in processione. A questa vengono poi aggiunti rametti di dattero, diversi simboli sacri realizzati artigianalmente utilizzando le palme, e delle piccole croci d’azona, cosiddette dal nome dialettale del legno di rovo da cui si ricavano.
A queste ultime viene attribuito un potere magico-religioso. Esse possono essere realizzate solo in quegli anni in cui nel mese di marzo vi sono cinque venerdì. Secondo l’usanza il legno viene raccolto il primo venerdì del mese, prima del sorgere del sole, e intagliato ogni venerdì successivo per essere poi ultimato l’ultimo venerdì del mese. Le croci, una volta benedette, verranno regalate dal devoto che le ha realizzate ad amici e parenti, i quali le porteranno sempre con sé, ritenendole capaci di allontanare influssi malefici.
La Processione dell’Addolorata – Scicli
Altra celebrazione particolare è quella che avviene a Scicli, dove agli usuali festeggiamenti della Domenica delle Palme si aggiunge la Processione dell’Addolorata di Santa Maria della Pietà (oggi Santa Maria la Nova). Il simulacro che la raffigura ha una storia che trascende la leggenda: pare che la statua fosse venerata sin dai primi anni di diffusione del Cristianesimo ma, con l’arrivo dei Saraceni nell’isola, i Cristiani – per sottrarla dalle mani mussulmane – la nascosero. Agli inizi del nuovo millennio la statua fu ritrovata nella piccola chiesa di S. Maria della Pietà, proprio in occasione della Domenica delle Palme. Questo spiega il perché di questa celebrazione al di fuori dei tempi religiosi canonici – dato che mancano ancora alcuni giorni al Venerdì Santo, in cui si celebra la morte di Cristo.
Il corpo statuario di Santa Maria la Nova compone la Pietà: la scultura lignea della Madonna,ricoperta con un mantello di velluto nero e i capelli sciolti al petto, sorregge sulle ginocchia il Cristo deposto; l’affiancano due pie donne ritte in piedi e una croce di legno intarsiata di lamine d’argento. Il gruppo scultoreo viene seguito da una gran folla di fedeli disposti in doppia fila, con torce accese, in atteggiamento orante. Davanti, la banda del paese intona marce funebri composte dai maestri locali. In questa ricorrenza alla Madonna sono offerte composizioni di foglie di palma, denaro e doni per grazia ricevuta.
La Processione di Gesù e degli Apostoli – Enna
Una tra le celebrazioni più suggestive è invece quella che avviene a Enna.
Qui, durante la Settimana Santa, si ripetono riti che risalgono al periodo della dominazione spagnola. A partire dalla Domenica delle Palme fino alla tarda mattinata del Mercoledì Santo, le 15 confraternite, ciascuna nel giorno e nell’ora stabilita, partendo in processione dalla chiesa di appartenenza, si recano al Duomo per l’adorazione dell’Eucaristia, rito questo che gli ennesi chiamano l’ura.
Alle 10 del mattino, presso il Santuario di Papardura, arroccato sui fianchi della montagna su cui sorge la città, parte la Processione di Gesù e degli Apostoli, durante la quale i confratelli rappresentano l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Uno dei confrati, rappresentante Gesù, procede su un asinello. Egli è preceduto da dodici compagni, nelle vesti degli apostoli, che reggono grandi rami di palma. Il corteo risale per la strada che porta in città, e viene accolto al quadrivio del Monte dalle rappresentanze delle confraternite e dalla banda in festa, circondata da un gran numero di fedeli.
La processione termina alla Chiesa di San Sebastiano, dinanzi alla quale viene posto un portale su cui vigilano due sentinelle romane. Gesù sull’asinello insieme ai dodici apostoli attraversano il portale e, fra gli osanna della folla, si dirigono ad assistere alla benedizione delle palme e degli ulivi. Infine, essi saranno alla guida di una grande processione che percorrerà per intero la parte occidentale della città alta. Quando finalmente la processione raggiunge la Chiesa di San Leonardo, essa viene accolta dai fedeli e dal suono delle campane, mentre all’interno si dà il via alla Passione di Gesù di cui fa memoriale il simulacro dell’Ecce Homo. La statua viene poi portata solennemente in processione alle ore 18.